Creme solari: allarme per tre sostanze chimiche pericolose. Ecco come riconoscerle

Attenzione alle creme solari che vengono utilizzate in questi caldi giorni d’estate. Bisogna stare molto attenti alle etichette perché fra gli ingredienti vi si possono trovare quattro sostanze assai pericolose. Esse sono: avobenzone, oxybenzone, e octocrylene.

A determinare la pericolosità di queste sostanze è stato uno studio della Food and Drug Administration degli Stati Uniti. L’obiettivo era di capire se questi tre principi attivi venivano assorbiti dalla circolazione sistemica. I ricercatori hanno scoperto che la concentrazione nel sangue dei tre principi attivi continuava ad aumentare man mano che l’uso quotidiano persisteva. Inoltre, tali sostanze rimanevano nel corpo almeno 24 ore dopo l’utilizzo. Per i ricercatori basta utilizzare anche un solo giorno queste sostanze per vederle entrare nel flusso sanguigno a livelli così alti da far avviare un’indagine sulla sicurezza da parte della FDA.

I tre elementi fanno parte di una lista di ingredienti già posti sotto la lente di ingrandimento da parte delle autorità americane, sui quali sono in corso altre indagini. Il nuovo studio ha portato alcune novità sull’assorbimento sistemico, ossia attraverso la pelle e il corpo, di quattro ingredienti attivi presenti comunemente nelle creme solari.

1. L’avobenzone
E’ il derivato di un composto chimico ed è il filtro UV più conosciuto al mondo dal 1973. Approvato dalla FDA americana nel 1988, l’avobenzone è in grado di assorbire i raggi ultravioletti in un’ampia gamma di lunghezze d’onda. E’ utilizzato all’interno di rossetti, creme e altri cosmetici. E’ in grado di assorbire le radiazioni ultraviolette per trasformarle in lunghezze d’onda che non sono pericolose per la nostra pelle: in pratica trasforma l’energia della luce in energia termina. Alcuni ricercatori russi avevano scoperto che quando l’avobenzone si scioglie in acqua, è in grado di frantumarsi in composti chimici pericolosi. Ora sulla pelle umida forma una serie di composti organici appartenenti alle classi degli acidi aromatici, degli aldeidi, dei fenoli e degli acetil benzeni. Fenoli e gli acetil benzeni clorurati sono i prodotti più tossici. Basta pensare che questi ultimi rientrano tra quelli utilizzati nella miscela utilizzata per i gas lacrimogeni.

2. L’oxybenzone
E’ un composto organico usato principalmente come fotostabilizzatore all’interno di protezioni solari. E’ un filtro chimico che protegge la pelle dai danni provocati dai raggi UV. Come filtro svolge il suo lavoro in maniera molto efficace. Purtroppo, per, l’oxybenzone penetra nella cute e agisce come fotosensibilizzatore. L’esposizione della pelle alla luce porta a un aumento della produzione di radicali liberi. L’oxybenzone, inoltre, è un derivato del benzofenone che è un elemento che può attaccare il DNA in presenza di luce. Alcuni studi mettono in collegamento l’aumento di casi di melanoma con questi ingredienti. L’oxybenzone, inoltre, può agire allo stesso modo degli ormoni estrogeni e causare così lo sviluppo di tumori alla pelle.

3. L’Octocrylene
E’ un filtro solare che appartiene alla famiglia dei cinnammati. Si presenta come un liquido giallo viscoso insolubile. Fornisce protezione nei confronti delle radiazioni UVB e UVA corte. È una molecola fotostabile, caratterizzata da elevata idrofobicità e proprietà solventi nei confronti di filtri UV solidi. Uno studio ha dimostrato che l‘Octocrylene viene assorbito dalla pelle e causa la formazione di radicali liberi esposti alla luce. I radicali liberi oltre a causare le rughe possono danneggiare il Dna e provocare il cancro.
A quanti utilizzano le creme solari non resta che stare attenti alle etichette dei prodotti che utilizzano.

Come leggere l’etichetta?

1. Anzitutto va letto il numero di SPF. Su ogni crema solare c’è un’etichetta in cui sono riportate alcune indicazioni riferite alla protezione. Il principale è il fattore di protezione solare (Sun protection factor, SPF). L’Spf indica il fattore di protezione solare, ed è una sigla che può spesso confondere. Il numero dell’Spf può variare da 6 a 50 e sta ad indicare la capacità della pelle di resistere all’esposizione ai raggi solari: quindi più è alto l’Spf, e più riuscirà a schermare i raggi.

2. Attenzione anche ai raggi UVA e UVB. Il fattore di protezione di questi raggi, in etichetta, è segnato con la scritta UVA cerchiata. Nell’etichetta c’è anche la dicitura IR, cioè infrarossi, che sono quelli responsabili di quella sensazione di calore che causa rossore. Anche se viene indicata su alcuni prodotti come protezione IR, non c’è un metodo di misurazione ufficiale e standardizzato che ne dia garanzia.

3. Attenzione ai filtri chimici e fisici utilizzati. Quelli chimici assorbono la luce ultravioletta e la convertono in raggi che sono pericolosi per la pelle. I filtri fisici, invece, sono delle barriere che riflettono i raggi solari, e che ci proteggono sia dai raggi UVA che da quelli UVB. Nelle creme solari troviamo solitamente entrambe le tipologie di filtri, tranne i solari bio che contengono principalmente filtri naturali.

4. Attenzione anche al simbolo Pao (Period After Opening), è indicato con un barattolo aperto. Si trova solitamente sul retro della confezione. Indica entro quanto tempo la crema può essere utilizzata dall’apertura. Di solito nelle creme solari troviamo la dicitura 12M, cioè che il prodotto scade un anno dopo la prima applicazione. Una volta aperta, infatti, le sostanze presenti nel filtro solare perdono di efficacia, e si rischia quindi una scottatura.