Torino, caso N’Koulou: ecco cosa è successo

La vicenda legata a Nicolas N’Koulou, difensore centrale del Torino, sta creando molte polemiche. Nella giornata di oggi il giocatore e il presidente Cairo non se le sono mandate a dire: l’intervista del difensore a L’Equipe ha scatenato ulteriormente la rabbia del patron granata, che insiste affinché il calciatore si scusi pubblicamente. Andiamo a ricostruire gli avvenimenti del caso fino ad ora.

L’autoesclusione

N’Koulou si è inizialmente autoescluso dalla doppia sfida di Europa League contro i Wolves. Il giocatore aveva riferito a Mazzarri di non sentirsi mentalmente a posto per giocare inizialmente la partita in casa. Da quel momento il tecnico granata lo ha lasciato sistematicamente fuori dai convocati. Il giocatore, infatti, aveva manifestato alla società la volontà di essere ceduto entro il termine del calciomercato. In quei giorni si vociferava di un interesse della Roma, parzialmente confermato solo in questi giorni dalle parole di Cairo che ha affermato di non volere “rinforzare le concorrenti” con la sua cessione.

N’Koulou fuori rosa. Mazzarri: “Non gli chiedo l’elemosina”

La posizione di N’Koulou si è fatta sempre più complessa col passare dei giorni. Il Torino, considerata la scelta del giocatore di non rendersi disponibile, e quella del tecnico di non “elemosinare” la sua disponibilità, ha anche bloccato la probabile cessioni di Bonifazi. N’Koulou è rapidamente sceso nelle gerarchie di Mazzarri e ha perso rapidamente la stima della dirigenza granata. Che ha ben presto esplicitato il fatto che fossero necessarie delle esplicite scuse del giocatore, una volta terminato il mercato, per rientrare in rosa e chiudere la questione.

La promessa di cessione, Petrachi e l’intervista a L’Equipe

Nicolas N’Koulou ha così deciso di affidare a un comunicato, inviato a L’Equipe con cui è poi stata realizzata l’intervista pubblicata oggi, e su Instagram, in cui annuncia che la società non ha mantenuto la promessa di cederlo nella scorsa sessione estiva. Una promessa che, stando alle parole di Cairo, sarebbe stata fatta dall’ex DS Petrachi prima che lo stesso si trasferisse alla Roma. Sempre stando alle parole di Cairo, il procuratore del difensore aveva portato al Toro un’offerta del Siviglia, rifiutata dalla dirigenza granata, che ha sottolineato come per lasciar partire il ragazzo, riscattato per altro dopo l’arrivo in prestito, si aspettasse offerte congrue al suo valore e non da parte di concorrenti (la Roma, appunto).

Intervista non concordata: arriva la multa?

E così non solo non sono arrivate le scuse del calciatore, richieste dalla società alla dirigenza, ai compagni e al tecnico. Ma un’intervista in tono polemico e un comunicato pubblicato su Instagram che si chiude con un “Forza Toro” ma senza nessun rimpianto da parte del calciatore. Il presidente Cairo è tornato a parlare della questione già oggi pomeriggio durante la presentazione di Verdi, sottolineando che l’intervista a L’Equipe non era stata concordata con la società. “Il tema si risolve nelle sedi opportune, non attraverso interviste a L’Equipe” ha tuonato il presidente, che ora potrebbe pensare anche a un provvedimento disciplinare ulteriore – una multa – nei confronti del suo tesserato. Certo sarebbe un ulteriore inasprimento della vicenda, ma cosa fare?