Lotito sugli ultras: “Tifare non è un lavoro, ricordo l’incontro con Diabolik. Mi ribello utilizzando la legge”

Anche Claudio Lotito, presidente della Lazio ha parlato durante un incontro tenutosi a Mugnano in Teverina si schiera contro il fenomeno ultras. Tusciaweb ha rilevato le idee del numero uno biancoceleste.

Il tifoso deve essere appassionato e la passione si segue nel rispetto delle regole, fare il tifoso non può essere un mestiere. Quando non ci sono regole chiare e nessuno è in grado di farle rispettare, i ruoli tendono a confondersi”.

All’epoca quando diventai presidente il direttore di allora Giuseppe De Mita mi disse che dovevo incontrare una delegazione di tifosi: ingenuamente pensai a dei sindacati, così decisi di incontrarli a Piazza Cavour, davanti al cinema Adriano, a Roma. Si presentarono quattro persone e uno di questi, pace alla sua anima, era Diabolik (ovvero Fabrizio Piscitelli, ucciso poco tempo fa con un colpo di pistola) e disse presidè, buonasera, io sono Diabolik. Lo guardai e gli risposi “buonasera, ispettore Ginko”. Diabolik mi chiese se stavo scherzando. No, gli risposi. E dissi “io sto dalla parte delle guardie. Rispetto ad altri però lui capì immediatamente con che tipo di persona stava parlando”.

Fin da subito capii l’andazzo: c’era qualcuno che utilizzava la scusa del calcio per altri fini. Amavo dire “mi porti la carta d’identità, non c’è scritto come mestiere-tifoso”.
Mi considero un gigoroso e sono contro i soprusi, sarà per l’educazione cattolica che ho avuto, continuerò a ribellarmi utilizzando ogni modo legale possibile, forse alcuni miei colleghi non lo hanno fatto perchè era più semplice assecondare certi atteggiamenti”.