La curcuma fa bene? Ecco la risposta della medicina

Per curcuma si può intendere sia una pianta, la cosiddetta curcuma longa, sia la spezia da essa ricavata. Quando non viene consumata fresca, la radice della curcuma, chiamata rizoma, viene bollita per circa 30-45 minuti, asciugata in forni caldi e ridotta in una polvere color senape.
Conosciuta e apprezzata ormai in tutto il mondo, la curcuma è sempre stata alla base della cucina pakistana e di quella indiana tanto da essere definita “zafferano d’India”. Nei paesi occidentali viene utilizzata per la preparazione del curry, come colorante alimentare e tessile e per la formulazione di diversi tipi di salse.

Oggi se ne sente così spesso parlare perché si è scoperto abbia diverse proprietà benefiche per l’organismo. Questo è reso possibile grazie alla presenza di una sostanza contenuta nella curcuma, detta curcumina, dalle proprietà antinfiammatorie e antitumorali.

Sappiamo che il cancro è legato ad uno stato infiammatorio alterato e allo stress ossidativo per cui, date le potenziali proprietà antiossidanti e antinfiammatorie di questa spezia, si pensa che la curcuma possa contribuire a rallentare lo sviluppo tumorale. Le premesse ci sono, ma sta ai ricercatori approfondire gli studi sulla curcuma e sulle altre spezie. D’altro canto esperimenti condotti su soggetti volontari hanno evidenziato un calo di zuccheri nel sangue in persone diabetiche, un aumento del colesterolo HDL (quello definito “buono”) e una diminuzione del colesterolo LDL (definito “cattivo”) e in persone con problemi circolatori è stato dimostrato che la curcuma diminuisca in modo considerevole il rischio di trombosi.

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Nela medicina cinese e in quella ayurvedica, la curcuma viene utilizzata per le sue proprietà curative nei confronti di problemi alla pelle e in caso di ferite in quanto aiuta a promuoverne la guarigione. La curcuma viene utilizzata per il trattamento di eczemi, acne, alopecia, dermatite atopica e psoriasi. A volte ne viene proposta l’assunzione per via orale, altre volte viene applicata sull’area da trattare sotto forma di polvere.
Per quanto riguarda invece la guarigione delle ferite ciò è reso possibile dal fatto che la curcuma, grazie alla curcumina, ha delle spiccate  proprietà antiossidanti, antibatteriche e antinfiammatorie. Nell’insieme queste proprietà hanno una potente azione cicatrizzante e accelerano il processo naturale di guarigione delle ferite. Negli usi della medicina ayurvedica, in virtù delle proprietà antibatteriche, la curcuma in polvere viene utilizzata anche per accelerare il processo di guarigione in caso di scottature e per lenire i sintomi delle punture di insetti.

Per quanto riguarda la posologia  è sufficiente inserire la curcuma come ingrediente della dieta quotidiana, ma senza esagerare. Una dose ideale può essere un paio di cucchiaini da caffè al giorno. Come condimento, può essere aggiunta a fine cottura in molti alimenti, o può essere utilizzata per creare un piatto principale come il riso alla curcuma. Nel caso in cui non è gradito il sapore ma si vuole assumere la curcuma per le sue proprietà benefiche, in commercio sono presenti diversi integratori a base di curcuma sotto forma di pillole, ma guardate bene la percentuale di curcumina, dosi elevate risultano tossiche per il fegato.
Se assunta sotto forma di polvere insieme ad altre spezie, come il pepe nero, l’assorbimento viene notevolmente potenziato.

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