Cosa succede se mangi cibo scaduto? Ecco la risposta

Per quanto riguarda la scadenza degli alimenti, esistono due diciture, la prima è “da consumarsi preferibilmente entro il”, la seconda dicitura ritrovabile è, invece, “da consumarsi entro il”.

Anche se a prima lettura possono sembrare la stessa cosa in realtà non lo sono, tra le due diciture c’è una netta differenza. E’ molto importante, quindi, dare una definizione per entrambe le diciture.

  • Da consumarsi entro. Indica la data oltre la quale il prodotto non è più adatto al consumo: entro questa data, mantiene inalterate tutte le sue caratteristiche sia nutritive che organolettiche. Dopo questa data il prodotto può essere nocivo per la nostra salute a causa della proliferazione batterica, il rischio potrebbero essere tossinfezioni alimentari o intossicazioni alimentari.
  • Da consumarsi preferibilmente entro. In quest’altro caso, invece, la data di scadenza non rappresenta una data limite. Il prodotto qualora venga consumato dopo la data di scadenza non sarà nocivo per la nostra salute. Ovviamente tutto ciò quando non presentano delle evidenti alterazioni. Il prodotto mantiene le sue qualità organolettiche e nutrizionali.

Ad ogni modo sarebbe sempre meglio non correre rischi inutili, e di consumare i vari alimenti prima della loro scadenza.

Conseguenze dell’assunzione di cibo scaduto

Se si consuma cibo scaduto, possono manifestarsi alcuni sintomi, alcuni più fastidiosi, ma allo stesso tempo innocui e passeggeri, come mal di pancia e malessere generale, fino a quelli più seri, che si manifestano, invece, nei casi di intossicazioni e tossinfezioni alimentari. Vomito, dissenteria, nausea e febbre possono comparire dopo l’ingestione di alimenti scaduti, o anche contaminati da microrganismi pericolosi, come virus, batterifunghi.

Molte persone pensano che la tecnica migliore per riconoscere se un alimento è scaduto o meno è quello di affidarsi all’olfatto. Ciò non è veritiero. La maggior parte dei batteri non danno un odore né tanto meno puzzano, quindi annusare il cibo non è un buon metodo per determinare se si può ancora mangiare o no. Quando l’alimento ha un odore anomalo, significa che l’alterazione da parte dei batteri o muffe è già in fase avanzata. Quindi mai andarli a consumare.

Ogni alimento ha la propria scadenza

Yogurt– possono essere consumati anche 6 o 7 giorni dopo la data di scadenza. Nonostante ciò si verificherà un cambiamento delle sue proprietà nutritive le quali diminuiranno, ma per quanto riguarda le proprietà organolettiche, la perdita è irrilevante, il sapore, l’odore, la consistenza resteranno inalterate.

Latte fresco – la data di scadenza del latte fresco pastorizzato e del latte fresco pastorizzato di alta qualità sono determinate, per legge, nel sesto giorno successivo a quello del trattamento termico. La data di scadenza del latte microfiltrato pastorizzato è invece stabilita nel decimo giorno dal trattamento termico. Superati questi giorni sarebbe da evitare il loro consumo, anche se fino ad uno due giorni successivi non si riscontrano particolari problematiche.

Formaggi stagionati e a pasta dura – questi formaggi, superata la data di scadenza, tendono a presentare un pò di muffa. Ad ogni modo è sufficiente rimuoverla in modo accurato per poterli consumare senza alcun rischio per la salute.

Formaggi freschi – in questo caso, invece, è necessario attenersi alla data di scadenza indicata in confezione.

Uova – dovrebbero essere consumate al massimo nei 3 giorni successivi alla data di scadenza. Oltrepassare la data di scadenza potrebbe essere un rischio per la nostra salute.

Pesce e piatti surgelati– il loro consumo può essere effettuato fino a due mesi dopo la data di scadenza riportata sulla confezione, ovviamente se la loro conservazione è avvenuta correttamente. Il decadimento qualitativo risulterà minimo.

Pasta secca e riso – normalmente questi prodotti hanno una scadenza che varia, anche fino ai 2 anni di scadenza è possibile consumarli. Questo se non presentano alterazioni evidenti, o anche la presenza di insetti all’interno della confezione.

Biscotti secchi e cracker – anche per i biscotti secchi e i cracker vale lo stesso discorso fatto per la pasta e il riso. E’ da considerare, però, che si avrà un peggioramento delle loro caratteristiche organolettiche e si verificherà una perdita di croccantezza.

Olio – quando è di ottima qualità può essere consumato fino a 8 mesi dopo la data di scadenza riportata sulla confezione.

Conserve sottaceto – questa tipologia di alimenti ha una scadenze variabile che va da 2 a 3 anni.

Conserve di pomodoro – hanno una scadenza variabile dai 12 ai 20 mesi.

Salumi affettati – i salumi affettati e confezionati devono essere consumati entro la data di scadenza riportata in confezione. Andare oltre è sconsigliato dato che si rischiano tossinfezioni.

Succhi di frutta – hanno una scadenza variabile dai 6 ai 12 mesi.

Alimenti senza la data di scadenza– in questa categoria rientrano diverse tipologie di alimenti come le bevande alcoliche, aceto, sale, zucchero ecc, mentre altri deperiscono molto facilmente come il pesce fresco e la carne fresca, questi ultimi devono essere consumati entro 6 giorni al massimo.