Totti confessa a Diletta Leotta: “Alla Roma ero un dirigente ingombrante”

Francesco Totti confetta a Diletta Leotta di essersi sentito “ingombrante” nelle vesti di dirigente della Roma. Il suo unico club da calciatore lo ha evidentemente mal digerito dietro la scrivania e in tribuna, nei vesti del dirigente. L’ex capitano giallorosso non ha nascosto il peso nel rinunciare al ruolo, ma anche le difficoltà nel rivestirlo. Nella nuova puntata di “Linea Diletta”, la serie di interviste speciali condotte dal volto femminile di DAZN, Totti ha parlato a ruota libera del suo presente. Queste le sue parole sintetizzate da CalcioNewsWeb per i propri lettori.

“La base nel calcio è rappresentata da tecnica e coordinazione, la passione nel calciare la palla e divertirsi. Da fuori il campo è tutto più facile, ma se sei stato anche dentro il campo sai che sono due cose diverse. Per parecchie partite viste da fuori avevo voglia di spogliarmi, potevo ancora dire la mia. Soprattutto vedendo quello che ci sta in giro.

Fare il procuratore? È una parola vecchia. Preferisco scouting. Perlustro, vedo, riesco a trovare qualche giovane promettente. Io mi metto sempre in gioco, mi piace conoscere quello che c’è al di là. Il futuro sicuramente riserva cose positive: voglio vedere cosa riserva a me. Da calciatore ero più espansivo, ero più me stesso; da dirigente devi essere più pacato, stare attento a quello che dici, contro chi, le parole sono fondamentali. Il dirigente non me l’hanno fatto fare perché ero ingombrante.

Io ho sempre avuto la passione: quando c’è quella per un giocatore è tutto. Quando lo fai con la determinazione, con la voglia, con la spensieratezza, poi ti vengono cose che non avresti mai immaginato, poi la fine deve arrivare. È arrivata un po’ inaspettata, ma giusta. Ora l’ho metabolizzata, ma c’ho messo due anni, perché non è stata una scelta mia. È stata una doppia vittoria stare per 25 anni con la maglia della mia squadra del cuore. Tornare alla Roma con un’altra società e con un altro ruolo? Mai dire mai!”.