Mangiare formaggio ammuffito: ecco cosa può accadere al tuo corpo

Mangiare formaggio ammuffito fa bene o fa male alla nostra salute? Quale potrebbe essere la conseguenza sul nostro corpo? Prima di rispondere a questa domanda, è necessario fare una premessa fondamentale. Non tutti i formaggi che presentano la muffa sono da evitare, poiché, in alcuni di essi è proprio la muffa a conferirne sapore e pregio. Ma come fare a capire quando si tratta di muffa buona o di muffa cattiva? 

“Muffa buona” o “muffa cattiva”? 

I formaggi a “muffa blu”, sono i cosiddetti formaggi a muffa buona. Questa particolare muffa a striature blu, si presenta all’interno del formaggio e la troviamo ad esempio nel Roquefort e nel Gorgonzola. Può trovarsi anche all’esterno – come nel Brie e nel Camembert – vale a dire sulla crosta come una sottile patina. Il Gorgonzola e il Roquefort, sono chiamati formaggi erborinati e durante la loro produzione, la cagliata viene trattata con le spore di muffe di Penucillium che ne conferiscono quel tipico colore blu. Mentre nel caso del Brie e del Camembert, si parla di formaggi a crosta fiorita e la muffa esterna si presenta di colore bianco e con consistenza morbida. 

Ma come riconoscere la muffa cattiva? Generalmente, la muffa cattiva si forma nei formaggi freschi quando sono conservati male. La si riconosce dal colore che può presentarsi nelle varianti del verde chiaro oppure di un blu che sfuma nel verde. In questi casi, il formaggio non è più commestibile, dunque risulta dannoso per la nostra salute ed è consigliabile buttarlo via. L’unica nota positiva in questo caso è che, la comparsa della muffa, certifica l’effettiva freschezza del prodotto acquistato e soprattutto è la prova tangibile che il formaggio non fosse stato trattato chimicamente. I formaggi freschi (come la robiola, lo stracchino, i fiocchi di latte), avendo un alto contenuto di acqua, ammuffiscono rapidamente, dunque il consiglio è quello di consumarli  il più velocemente possibile. 

Formaggi a “muffa blu”: i benefici e le proprietà del Gorgonzola

Da Joseph Jerome de La lande a Marie-Henri Beyle (Stendhal), da Alessandro Manzoni a Gianni Brera, passando per le pagine di James Joyce, Giosuè Carducci, Alberto Moravia, e via dicendo, il Gorgonzola ha sempre avuto un posto privilegiato nella letteratura proprio per via delle sue innumerevoli proprietà benefiche per la nostra salute.

Sapevate che, ad esempio, nel Medioevo veniva usato per i problemi gastrointestinali? E che era già presente sulla tavola di Carlo Magno? Ma perché è così amato?

Oltre al suo gusto e odore inconfondibile, il Gorgonzola è ricco di magnesio, calcio, potassio, ovvero minerali importanti per il nostro organismo. È amico del nostro sistema nervoso in quanto contiene la vitamina B2, la vitamina B3, la vitamina B6, la vitamina B12 e la vitamina A. Essendo ricco di fermenti lattici, il Gorgonzola risulta essere di aiuto per la nostra flora batterica. Ovviamente ci sono delle controindicazioni. La grande presenza di sale e di grassi saturi, non lo rende un alimento ideale per chi soffre di colesterolo alto o per coloro che hanno disturbi cardiovascolari. In linea di massima, è consigliato non abusarne e di non superare i 30 grammi, la porzione giusta.