Coronavirus, parla Gabbiadini: “Tampone da sfebbrato, non ci credevo”

Manolo Gabbiadini è stato il secondo giocatore di Serie A a risultare positivo al Coronavirus. L’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport ha pubblicato una sua intervista. Il giocatore ha raccontato come il tampone gli sia stato effettuato per scrupolo, su insistenza della moglie, dopo una febbre che era ampiamente passata. Gabbiadini, quindi, rientra a tutti gli effetti – dalle sue parole – nella categoria degli asintomatici o dei pauci-sintomatici. Di quelle persone, cioè, che non sviluppano sintomi gravi ma che, potenzialmente, possono espandere molto facilmente il contagio. Da qui l’invito, rinnovato anche dall’attaccante della Sampdoria, a restare in casa il più possibile, per tutti. Di seguito le sue parole alla Gazzetta sintetizzate dalla redazione di CalcioNewsWeb per i propri lettori.

“Ho sentito un po’ di febbre la sera di martedì 10, ma non ho pensato al virus. Ho chiamato il dottor Baldari della Samp, ma anche in questo caso non ho pensato al virus. Martina, mia moglie, mi ha però suggerito di chiedere il tampone: a casa abbiamo due bimbi piccoli. Giovedì stavo benissimo, era passata la febbre. Alle 15 mi ha chiamato il dottore per dirmi che ero positivo, non ci credevo.

Se il dottore mi avesse detto di aspettare ancora un giorno prima di decidere se fare il tampone, non glielo avrei più chiesto visto che mi sentivo molto bene. E magari, pensando di non essere positivo, sarei andato a comprare la frutta sotto casa rischiando di trasmettere il virus a un anziano in modo assolutamente inconsapevole: un pensiero bruttissimo, che mi tormenta. Ho capito che ci sono tanti positivi che nemmeno lo sanno e allora la battaglia si vince solo in un modo: rispettando le direttive e restando a casa”.