Ripresa dei campionati, l’AIC: “Solo a determinate condizioni. I top player aiuteranno le categorie inferiori”

Dopo il vertice UEFA di ieri, che ha visto le 55 federazioni nazionali unite nell’idea di riprendere e concludere i campionati 2019/20, quando sarà possibile, nella giornata di oggi i vertici dell’Associazione Italiana Calciatori hanno rilasciato interviste in cui hanno spiegato alcune posizioni relative alla ripresa.

Il presidente Damiano Tommasi si è concentrato sulle condizioni necessarie con le quali ragionare sulla ripresa delle attività agonistiche. Il vice presidente Calcagno, invece, ha maggiormente parlato delle misure di mutualità che l’Assocalciatori vorrebbe applicare in caso di taglio degli stipendi. Di seguito le due interviste sintetizzate dalla redazione di CalcioNewsWeb per i propri lettori.

Tommasi a “Libero”

“Speriamo che ci siano le condizioni per tornare in campo, ne abbiamo parlato per la prima volta lunedì, dicendo che siamo pronti a fare la nostra parte per salvare il sistema. Deve però esserci una prospettiva che oggi manca: se le persone comuni devono limitare gli spostamenti, perché dobbiamo far uscire di casa i calciatori? Non ha senso tornare in campo per “sperare”. Anzi, c’è il pericolo che altre positività blocchino tutto. E bisogna capire gli effetti dell’infezione sull’idoneità sportiva.

Per questo per tornare in campo abbiamo bisogno di tre condizioni: che l’emergenza sia finita, e ce lo auguriamo tutti; portare a termine la stagione anche oltre il 30 Giugno senza scegliere a tavolino promozioni e retrocessioni; viaggiare in sicurezza per le trasferte, perché ogni squadra muoverebbe 50 persone a settimana in quella che oggi è una zona rossa”.

Calcagno a “Punto Nuovo Sport Show”

“Abbiamo detto da subito che c’era necessità di fermarsi, oggi siamo altrettanto chiari nel dire che l’unica possibilità per la ripresa dei campionati e la loro conclusione sia sforare nella prossima stagione. Se l’epidemia ce ne darà la possibilità, dobbiamo tutelare la stagione già svolta per 2/3. Le decisioni si prenderanno quando si sarà capito come si esce dall’epidemia, che è ancora un punto interrogativo. Se non si riprenderà, ogni decisione causerà malcontenti. 

Non si possono risolvere tutti i problemi del mondo con gli stipendi dei calciatori. La soluzione è nelle riforme e non nel taglio degli stipendi. Vorremmo tutelare gli stipendi di tutti i ragazzi e le ragazze che vivono di calcio, non solo dei professionisti. Abbiamo chiesto un fondo salvacalcio per aiutare questi giocatori, e in questo fondo devono arrivare anche parte dei soldi tagliati dagli stipendi dei loro colleghi più forti e fortunati. I calciatori di Serie A sostengono che sia giusto che una parte dei tagli venga destinata a chi vive di calcio. È stata una nostra idea per tutelare i redditi più bassi. L’AIC sta ragionando sulla sospensione degli stipendi, dipende anche per quanto vengono sospesi”.