Serie B – Lovisa (Pordenone) risponde a Stirpe: “Non vuole giocare chi rischia” – La polemica

Mauro Lovisa, presidente Pordenone, è stato intervistato oggi in diretta a ‘Punto Nuovo Sport Show’, trasmissione radiofonica dell’emittente campana Radio Punto Nuovo. Il numero uno del club neroverde ha chiarito alcuni aspetti legati alla ripresa del campionato di Serie B e risposto al presidente del Frosinone Stirpe che paventava la possibilità di una promozione automatica per il club ciociaro (terzo in classifica al momento della sospensione, ndr) con l’eventuale modifica del format della Serie B. Per motivi di tempo, infatti, si rischia di non giocare i playoff promozione e i playout retrocessione. Col Pordenone quarto in classifica, Lovisa ha ribadito che la priorità è portare a termine i campionati. Di seguito le parole del presidente del club friulano sintetizzate da CalcioNewsWeb per i propri lettori.

Serie B – Lovisa risponde a Stirpe: “Non vuole giocare chi rischia”

“Quella di Stirpe è solo una sua idea, ma le regole sono diverse, bisogna giocare le partite. Con tutte le cautele del caso, stiamo già studiando come ripartire nella massima sicurezza. Non condivido le sue parole, anche perché siamo a 2 punti da loro. Se succede una cosa del genere, come quella detta da Stirpe, sarà un’estate piena di gente nelle aule dei tribunali. È bene che si riprenda e si torni a giocare per creare un po’ di entusiasmo. Se torniamo a giocare, magari riusciamo a dare delle speranze anche al Paese.

Sono stato in consiglio con Gravina, rimettendo in pista la nuova cordata della Serie C. Bisogna fare un tavolo rotondo con i presidenti di A e di B, per cambiare piccole cose e trovare un accordo: entrambe le Leghe hanno bisogno l’una dell’altra. È ovvio che il Pordenone voglia riprendere ad allenarsi ed a giocare, che sia il 24 o il 27 aprile, credo si possa tornare ad allenarsi, ma in massima sicurezza. Udinese? Loro sono da tanti anni in A, quelli che non vogliono giocare sono quelli più a rischio. Bisogna ridiscutere tutto, ce ne sono tantissime di regole da rivedere, oltre a quelle ‘ascensore’ (premi economici per chi retrocede dopo molti anni di A, ndr). Ce ne vogliono di ben precise per regolamentare i campionati, come tanti altri europei. Di questo passo possiamo dare credibilità anche al calcio italiano”.