Gazzetta dello Sport – Rivolta contro il protocollo – La Serie A così non riparte

Gazzetta dello Sport apre la sua edizione odierna dedicando ampio spazio al “caso” della rivolta dei club di Serie A contro il protocollo di sicurezza elaborato dalla commissione tecnico-scientifica e sottoscritto dalla FIGC per la ripresa delle attività agonistiche. Al centro della discordia proprio i punti sui quali la Federcalcio nei giorni scorsi aveva provato a “resistere”: il ritiro precedente l’inizio, la quarantena per l’intera squadra in caso di nuovi positivi, la responsabilità dei medici sportivi.

Gazzetta dello Sport – Rivolta contro il protocollo

Sono 11 i club di Serie A che hanno preso una posizione decisamente a sfavore dell’attuazione del protocollo di sicurezza. Si tratta di Inter, Napoli, Milan (con alcuni distinguo), Cagliari, Verona, Brescia, Atalanta, Sassuolo, Fiorentina, Sampdoria e Genoa, anche se il fronte potrebbe essere addirittura più largo. Le misure varate dalla commissione tecnico-scientifica, dicono le società, sono inattuabili e non consentono la reale ripresa degli allenamenti di gruppo prevista per il 18 maggio. In un comunicato pubblicato ieri pomeriggio la Lega di Serie A ha comunicato di star cercando una via costruttiva per risolvere i nodi principalmente legati alla quarantena di gruppo e alla responsabilità dei medici sportivi. Nella mattinata di oggi la Lega Calcio si riunirà con la FIGC, con la partecipazione dei vertici della FMSI e del dottor Nanni, medico sociale del Bologna eletto rappresentante, “per individuare insieme un percorso costruttivo di confronto con il Ministro della Salute, con il Ministro per le politiche giovanili e lo Sport, con il CTS, e giungere a un protocollo condiviso”.

Insomma, pare si sia punto e da capo. Protocollo di fatto inapplicabile – come aveva provato a spiegare la FIGC al ministro Spadafora nei giorni scorsi – e club disposti a non ripartire se le regole resteranno tali. Il comunicato della Serie A era stato anticipato dal posizionamento dell’Inter, che aveva comunicato che non avrebbe ripreso gli allenamenti se non fossero cambiate le regole. E anche da un comunicato dell’Assocalciatori, che ha sottolineato la propria contrarietà alle tempistiche per la creazione del “gruppo squadra” senza date certe per la ripresa, e sulla gestione del nuovo caso positivo, che porterebbe di fatto ad un nuovo stop dei campionati, che a quel punto non potrebbero più riprendere per questioni di tempo.

Si attendono a questo punto le novità dall’incontro di stamattina. Poi si capirà. Nel frattempo, le parole pronunciate ieri pomeriggio dal presidente del Coni Malagò in un’intervista a Radio 2. Il numero uno dello sport italiano aveva detto: “Le possibilità che il calcio riparta il 13 giugno prossimo sono del 99%, il problema è che non so se arriverà alla fine del campionato”. Da oggi è nuovamente in discussione anche l’inizio.