Musa Juwara, ecco l’incredibile storia del giocatore del Bologna

Il termine “favola” è spesso abusato, sopratutto nel mondo sempre più commerciale e “terreno” del calcio, ma ogni tanto questo sport ci riserva ancora dei risvolti che vanno al di là di etichette troppo frettolosamente apposte. Un caso evidente è sicuramente quello di Musa Juwara, nome sconosciuto ai più ma salito alla ribalta improvvisamente dopo la rete ai danni dell’Inter.

Gli inizi del giovane Juwara

Gambiano, nato il giorno di Santo Stefano del 2001, il giovanissimo Musa parte dal suo paese d’origine senza genitori quattro anni fa: il pesante clima dittatoriale che avvolge il paese africano costringe molte persone a tentare disperatamente la fortuna altrove.
La sorte di un ragazzino 14enne che si guadagna la traversata verso l’Europa lavorando nei campi, dove poi si trasferirà in Senegal e riuscirà ad imbarcarsi insieme a 536 migranti che arrivano sulle coste messinesi il 10 giugno 2016 grazie all’intervento della ONG tedesca che lo porta in Italia, dove viene dirottato in un centro di accoglienza di Potenza: non può andare a scuola, quindi tira a campare con qualche lavoretto fino a che Vitantonio Suma allenatore della rappresentativa calcistica locale Virtus Avigliano lo nota attraverso un collaboratore, e assieme alla moglie Loredana viene adottato come un figlio, diventando così i suoi tutori legali anche per essere in regola per quanto riguarda i tesseramenti di giovani extracomunitari, permettendo a Musa di completare gli studi, grande desiderio dello stesso Musa.
Nel frattempo il giovane viene aggregato agli Allievi regionali dove il Chievo lo adocchia nel 2016 durante un’amichevole, e dopo diversi ricorsi proprio a causa del suo status, riesce ad approdare nel club clivense nel 2018 .

L’inizio della carriera

Nonostante il salto di categoria continua a stupire nel ruolo di esterno sinistro dove fa bene nella Primavera con 8 reti in 15 presenze, tanto da meritarsi un prestito al Torino dove può farsi notare al prestigioso Torneo di Viareggio. Ritornato al Chievo, dopo la retrocessione ne approfitta il Bologna che lo acquista e lo aggrega ai propri Primavera e grazie ai suoi ottimi numeri Mihajlovic lo nota e dal fine 2019 viene aggregato con regolarità in prima squadra e a pochi giorni dal suo compleanno in dicembre esordisce in Coppa Italia, per esordire anche in Serie A nella vittoria contro la Roma. La favola, che può definirsi tale, prosegue nel goal all’Inter, il primo tra i professionisti: ora è molto considerato calcisticamente ma lui resta umile, visto che arriva agli allenamenti con il suo fido monopattino.
Una gran bella storia, che può proseguire nel migliore dei modi.