Serie C – Potenza, iscrizione a rischio. Caiata consegna il club alle istituzioni

Serie C – La piazza di Potenza è in fibrillazione per il futuro del calcio in città. Poco fa il presidente del club, Caiata, ha simbolicamente consegnato il club nelle mani del presidente della Regione, annunciando che lo stesso gesto sarà fatto verso il sindaco di Potenza, annunciando che la proprietà del club non ha i soldi per garantire il proseguimento dell’attività sportiva – anche al minimo federale – in virtù dei mancati incassi dovuti all’emergenza Covid19. Un fulmine a ciel sereno che sta gettando la tifoseria nello sconforto, dopo l’eliminazione ai playoff per la Serie B in seguito al pareggio per 0-0 contro la Reggio Audace.

Serie C – Potenza, iscrizione a rischio. Caiata consegna il club alle istituzioni

Il presidente del Potenza Salvatore Caiata, insieme ai vicepresidenti Antonio Iovino e Maurizio Fontana, ha convocato una conferenza stampa nella quale ha annunciato l’addio al club e la remissione della società nelle mani della presidenza della Regione Basilicata e del sindaco di Potenza. Di seguito una sintesi delle dichiarazioni di Caiata.

“Ringrazio tutti quelli che hanno lavorato per la squadra e chi l’ha sostenuta: tutti hanno fatto squadra, centrando un risultato importante del quale siamo orgogliosi. Abbiamo appena terminato l’incontro in Regione, e, con la morte nel cuore, dico che simbolicamente abbiamo consegnato la squadra al Presidente della Regione, alle 14:00 la daremo anche al sindaco, organo preposto in queste situazioni: finora eravamo autonomi, ma la nostra vita è cambiata dopo la pandemia, e le risposte economiche non sono più le stesse di prima.

Non abbiamo più i mezzi per fare un campionato di C: servono almeno 2 milioni per allestire una squadra, anche al minimo federale, e noi non possiamo metterli. L’unica soluzione è stata rimettere nelle mani delle istituzioni la società, nella speranza che trovino qualcuno disposto a portare avanti questo progetto: non è mancanza di volontà o entusiasmo, ma si deve essere persone serie che dicono le cose come stanno.

Abbiamo provato a bussare a diverse porte, ma non abbiamo avuto neanche il piacere di una risposta negativa, solo il silenzio, e qualche responsabilità nell’azione di governo c’è: io non chiedere mai chissà cosa, ma qui si tratta di palesare e chiedere il sostegno di un progetto sociale. Facciamo un passo indietro non perché non ci piace far la C, ma perché non abbiamo le risorse, la situazione debitoria è a zero: l’iscrizione è una cosa complicata, perché prevede la fideiussione. Lasciamo una società sana, bella, in una piazza calda, e senza debiti: pagheremo in settimana anche le 8-9 buste paga di giugno che dobbiamo ancora saldare. La nostra colpa è non aver soldi, mi rammarico con me stesso, ma non potevo prevedere la situazione del Covid. La palla ora è nelle mani del Signore, ci auguriamo adesso ci possano essere notizie positive”.