Dieta metabolica: perdere 10 kg in un mese è possibile?

La dieta metabolica è stata ideata da un medico canadese di origini italiane, e si articola sul fatto di ridurre drasticamente l’apporto di carboidrati nell’organismo, con l’obiettivo di dimagrire velocemente migliorando il metabolismo. E’ una dieta che funziona o conviene evitarla? Lo spieghiamo nel corso del presente articolo.

Descrizione della dieta metabolica

Senza dilungarci in articolate spiegazioni, possiamo dire che la dieta metabolica tiene in considerazione il fatto che il nostro corpo può funzionare sia con i carboidrati che con i grassi. E secondo l’assunto di questa dieta, se abituiamo il corpo a usare prevalentemente i grassi, il dimagrimento avviene in modo semplice.

Però, sempre in base alle premesse su cui si basa la dieta metabolica, un minino di carboidrati ci vuole comunque per consentire al corpo di funzionare. Quanto ne serve? Questo può essere stabilito nella parte iniziale, anche detta di prova.

Nella prima parte c’è una fase di scarico in cui si assumono pochi carboidrati e molti grassi per 12 giorni. A seguire ci sono 2 giorni di ricarica, detti fase di carico, che prevedono di assumere molti carboidrati.

Se durante la fase si scarico si avvertono dei problemi di salute, è possibile aumentare la dose di carboidrati per contrastare gli effetti indesiderati.

Una volta capito quanti carboidrati assumere nella fase di scarico, si passa alla seconda fase, che si compone di 5 giorni di scarico e 2 di ricarica. Questa parte della dieta serve a continuare nel percorso volto ad abituare l’organismo a bruciare molti grassi, e poi a fargli mantenere tale abitudine, così da poter dimagrire velocemente.

Ecco perché la dieta metabolica non andrebbe seguita

La dieta metabolica non solo è dannosa per la salute e potrebbe anche non funzionare. Di seguito spieghiamo il perché.

Riduzione notevole dei carboidrati e attivazione dei corpi chetonici

Si tratta di una dieta che si basa sul ridurre notevolmente i carboidrati, ma tiene scarsamente in considerazione il fatto che il corpo ha bisogno di glucosio per sopravvivere. Gli eritrociti e il sistema nervoso centrale ne chiedono all’incirca 180 grammi al giorno, che sono valori molto al di sopra rispetto ai carboidrati assumibili seguendo la dieta metabolica.

E’ anche vero che, in caso di grave carenza di glucosio, il corpo fa uso dei corpi chetonici per continuare a funzionare. Così facendo mantiene in funzione i meccanismi vitali, ma questo sistema potrebbe provocare degli effetti indesiderati: nausea, vomito, mal di testa, stanchezza cronica, e/o coma.

I carboidrati offrono più energia

I carboidrati sono più efficienti dei grassi nel fornire energia. Di conseguenza, gli atleti che praticano discipline sportive di resistenza (maratona, nuoto, ciclismo, canottaggio, canoa…) sarebbero notevolmente penalizzati se seguissero la dieta metabolica.

Poche fibre e tanto grasso e colesterolo

La dieta metabolica prevede di consumare in abbondanza formaggi e carni con alti valori di proteine e grassi. Tuttavia, i grassi saturi e i grassi trans compresi in tali alimenti in realtà non dovrebbero essere assunti in grandi quantità, al fine di limitare i rischi di sviluppare aterosclerosi e ad alcuni tumori.

La dieta impone anche di assumere poche fibre, perché in questo regime alimentare frutta e verdura vanno consumate in quantità molto ridotte, per via del fatto che contengono valori significativi di carboidrati. Tuttavia, le fibre potrebbero ridurre i danni causati dall’eccessiva assunzione di grassi e colesterolo prevista dalla dieta metabolica stessa.

E’ difficile sapere quanti carboidrati ci occorrono

Durante la fase iniziale della dieta metabolica viene richiesto di alzare il quantitativo di carboidrati in base alle proprie necessità. Tuttavia un soggetto non è in grado di capire se i sintomi della iniziale carenza di carboidrati siano sopportabili o meno.

Da ciò nasce il rischio che qualcuno dotato di poca forza di volontà aumenti il livello di carboidrati già ai primi segni di stanchezza. In tal modo il cambiamento del modo di funzionare del metabolismo non avrebbe un presupposto fondamentale per avvenire.

C’è il rischio che i corpi chetonici non si attivino

Ciascuno di noi può immagazzinare una quantità di glicogeno piuttosto limitata. Una volta saturate le riserve, il glicogeno che rimane in eccesso viene traformato in grassi. Come visto in precedenza, la dieta metabolica prevede una fase di scarico da alternare a una fase di carico.

Ipotizziamo che una persona assuma 50 grammi di carboidrati nella fase di scarico: dopo 5 giorni accumulerà un deficit di glicogeno pari a 500 grammi, se il suo fabbisogno giornaliero di glicogeno è di 150 grammi. Così al quinto giorno avrà svuotato le riserve di glicogeno.

Tuttavia, nella successiva fase di carico non potrà mettere in azione i corpi chetonici.

Come mai? Perché nel frattempo starà facendo il pieno di carboidrati e quindi di glicogeno. Tutto ciò andrebbe a scontrarsi con uno dei presupposti della dieta metabolica.

Considerando quanto appena messo in evidenza, piuttosto che abolire i carboidrati quasi del tutto nella fase di scarico sarebbe semmai meglio limitarli. In questo modo si eviterebbe anche di avere frequenti e poco salutari sbalzi insulinici e ormonali.

Per concludere

In definitiva: evitate di seguire questa dieta. Sia perché è poco salutare, ma anche perché i suoi presupposti di funzionamento possono essere messi in crisi abbastanza facilmente.