Mangiare peperoncino dimezza il rischio di morte? Ecco la verità

Il peperoncino è un prodotto alimentare molto apprezzato e utilizzato in cucina, perché è in grado di offrire più vivacità a salse e pietanze grazie alla sua piccantezza. Ma è anche un alimento molto benefico per l’organismo, se consumato con frequenza. Pur tuttavia evitando di esagerare con le dosi giornaliere. E’ vero che è così tanto salutare che può persino ridurre il rischio di morte? Lo spieghiamo nel corso delle righe successive.

Ciascun peperoncino è una ricca fonte di capsaicina, che rende l’alimento piccante oltre che di facile digeribilità.

Inoltre, questo vegetale contiene molta vitamina C, sostanza che difende dalle infezioni, contrasta le malattie da raffreddamento, e dà un aiuto significativo contro i disturbi di tipo cardiovascolare.

Tale frutto contiene anche la vitamina E, e ciò lo rende un significativo afrodisiaco.

Inoltre, l’azione combinata della vitamina A e della vitamina E offre un’aiuto nel contrasto al cancro.

Recenti studi hanno inoltre dimostrato l’azione antistaminica del peperoncino, per cui potrebbe essere adoperato a scopo terapeutico per curare asma e allergie.

Considerando quanto appena affermato, appare evidente che valga sicuramente la pena consumare abitualmente il peperoncino. Anche perché, tra l’altro, il prodotto alimentare in questione si rivela un prezioso alleato nel proteggere dalla morte coloro che lo utilizzano con una certa regolarità.

La scoperta: il peperoncino dimezza il rischio di morte

Un’autorevole studio pubblicato sulla rivista scientifica Journal of the American College of Cardiology e coordinato dall’ente IRCCS Neuromed di Pozzilli con la collaborazione dell’Istituto Superiore di Sanità, il Cardiocentro Mediterraneo di Napoli e l’Università dell’Insubria, è giunto a una conclusione molto interessante.

I ricercatori informano che usare circa 4 volte a settimana il peperoncino a scopo alimentare offre i seguenti vantaggi:

  • Riduce il rischio di morte per ictus di oltre il 60% rispetto a chi non lo utilizza con tale frequenza.
  • Riduce il rischio di morte per infarto del 40%
  • Accorcia il rischio di morte per qualsiasi causa del 23%.

Un aspetto particolarmente interessante di queste conclusioni è che tali benefici si verificano sempre, a prescindere dal tipo di alimentazione a cui ci si sottoponga. Infatti, in questo specifico caso poco importa se si sceglie un’alimentazione sana o di cattiva qualità: l’azione benefica del peperoncino nel ridurre i rischi di morte si manifesta comunque.

Lo studio è durato molti anni

Sono stati osservati per 8 anni ben 22811 cittadini molisani. Di questi individui sono stati studiati i comportamenti alimentari. E la loro condizione di salute è stata monitorata costantemente.

Al termine delle varie analisi, è stato appurato quanto indicato nel precedente paragrafo. Ovvero, che il peperoncino aiuta a ridurre i rischi di morte in determinate percentuali, a seconda delle cause che potrebbero determinarla.

Si tratta di conclusioni davvero importanti, frutto di anni di accurato lavoro.

Cosa c’è da capire adesso

Gli scienziati che hanno fatto questo studio hanno anche evidenziato che sono necessarie ulteriori ricerche.

Lo scopo delle eventuali analisi future sarà quello di capire quali sono i meccanismi biochimici tramite cui il peperoncino e altri prodotti vegetali simili possono esercitare gli effetti protettivi sui rischi di morte.