Pensioni 2021: tante novità in arrivo

Con la chiusura dell’anno, è oggettivamente e comprensibilmente alto l’interesse in merito alle pensioni 2021. Di alcune delle novità in ambito previdenziali si può già parlare. Scopriamo assieme di quali di preciso.

Pensioni: le novità per il prossimo anno

Prima di capire quali sono le novità relative alle pensioni 2021, vediamo, invece, cosa non cambierà. Il prossimo anno sarà ancora possibile usufruire della pensione anticipata considerando un requisito contributivo pari a 42 anni e 10 mesi per i lavoratori di sesso maschile e di 41 anni anni e 10 mesi per le lavoratrici di sesso femminile.

Da non dimenticare è anche la Quota 100, che richiede il raggiungimento d 38 anni di contributi e di un requisito anagrafico pari a 62 anni. Per quanto riguarda invece la pensione di vecchiaia, si parla di un’età minima di 67 anni e di almeno 20 anni di contributi.

Quali saranno, invece, le novità dei prossimi 12 mesi? Più che di novità, bisognerebbe parlare di conferme. Una delle più importanti riguarda l’Opzione Donna. Nata come percorso sperimentale diversi anni fa ormai, prevede la possibilità, per le lavoratrici di sesso femminile, di uscire dal mondo del lavoro a 58 anni (59 per le autonome), avendo maturato almeno 35 anni di contributi. In questo frangente, bisogna tenere conto della necessità di calcolare l’assegno con il metodo contributivo e non con quello retributivo.

Tornando un attimo a Quota 100, facciamo presente che tra i progetti del Governo Conte c’è il fatto di mantenerla invariata fino alla fine del periodo di sperimentazione previsto dalla legge, a seguito della quale verrà cancellata.

Nessuna modifica nei 12 mesi del 2021 anche per APE Social, pensione di cittadinanza e di invalidità. Per quanto riguarda l’APE social si parla, come richiesto dai sindacati, di un aumento delle categorie annoverabili nell’ambito dei lavori gravosi.

Inoltre, secondo quanto previsto dalla bozza del 16 novembre della Legge di Bilancio, è al centro dell’attenzione l’attuazione delle disposizioni contenute nella sentenza della Corte Costituzionale numero 234 del 2020.

Sulla base di questa sentenza degli ermellini, si ufficializza la riduzione dai 3 ai 5 anni del contributo di solidarietà sugli assegni di entità superiore a 130mila euro. Degno di nota è altresì il blocco della rivalutazione delle pensioni introdotto inizialmente dalla Legge di Bilancio 2019 e, successivamente, modificato dalla medesima manovra del 2020.

Per essere precisi, è bene specificare che, per il 2021, la rivalutazione riguarderà solamente gli assegni pensionistici compresi tra il triplo e il quadruplo del trattamento minimo. Numeri alla mano, questa mini rivalutazione dovrebbe coinvolgere 2 milioni di pensionati.