L’aceto fa ingrassare o dimagrire? Ecco svelata la verità una volta per tutte

Alcune persone usano l’aceto quasi inconsciamente, preferendolo per insaporire insalate e verdure al limone, mentre altri non ne apprezzano affatto il sapore aspro, o lo considerano un alimento artificialmente malsano. L’aceto infatti è un “condimento” completamente naturale ottenuto dall’azione di speciali batteri che fermentano l’etanolo contenuto nel vino rosso o bianco in presenza di ossigeno, convertendolo in acido acetico, questa sostanza è il prodotto finale acido e piccante. A basso contenuto calorico (da 5 a 20 calorie in media per 100 grammi), l’aceto può essere un valido aiuto in cucina, aggiungendo brillantezza a piatti semplici e risparmiando su altri tipi di condimenti “più pesanti”. Anche perché non esiste un unico tipo di aceto e quindi un unico sapore, questo ci permette di variare il sapore dei piatti che lo utilizzano.

Bastano poche gocce

Innanzitutto bisogna dire che non bisogna abusare dell’aceto (vino, mele…): innanzitutto perchè l’aceto ha un sapore forte, usatene troppo e potreste “coprire” il vero sapore del cibo. Inoltre, va notato che nel tempo l’abitudine di consumare grandi quantità di aceto può innescare problemi di acidità di stomaco e digestivi.

L’aceto di vino sgonfia

Il più facile da reperire in commercio è sicuramente l’aceto di vino, bianco, rosso o balsamico: quest’ultimo, nato nelle province di Modena e Reggio Emilia, subisce un complesso processo di lavorazione dell’uva, accompagnato da un lungo periodo di invecchiamento (anche dopo 10 anni). raggiungibile anche) in botti di legno pregiato. Va usato con moderazione: 100 grammi di prodotto contengono 240 calorie.

Quando si tratta di scelte di aceto, chi preferisce sapori più leggeri preferirà l’aceto bianco con un sapore più morbido, e chi preferisce un sapore più forte sceglierà l’aceto rosso, o anche l’aceto balsamico.

In ogni caso, le virtù drenanti, sgonfianti e rimodellanti dell’aceto di vino sono riconducibili alle sue origini: l’aceto di vino, infatti, è prodotto dalla fermentazione del vino ad opera di batteri del genere Acetobacter, che sono simili per il 90% ai batteri presenti nella vino. tratto intestinale. Pertanto, una volta a contatto con la flora intestinale, l’aceto agisce come disinfettante, purifica e previene la formazione di depositi di scorie e gonfiori. Inoltre, la presenza di sali minerali (tra cui spicca il potassio) aiuta a combattere la ritenzione e prevenire la cellulite.

Aceto di mele

Non c’è solo l’aceto di vino, anche se è il più diffuso in Italia. Oggi sul mercato ci sono molti altri aceti a base di frutta e cereali che possono essere usati come sostituti dell’aceto di vino.

L’aceto di mele, derivato dal sidro di mele o dal succo di mela, è un’altra alternativa al classico aceto di vino. Recenti studi scientifici ne hanno confermato le molteplici proprietà terapeutiche: aiuta a rallentare il processo di indurimento delle pareti delle vene e delle arterie, inoltre apporta potassio, fosforo, cloro, magnesio, calcio, zolfo, ferro, fluoro, silicio: azione sinergica, tutto di questi Sali minerali regolano l’attività metabolica e migliorano l’escrezione di liquidi e tossine. Prima di acquistare l’aceto di mele, assicurati di leggere attentamente l’etichetta e di preferire l’aceto di mele ottenuto da mele intere piuttosto che il nocciolo e la buccia, preferibilmente di origine biologica per evitare di ingerire le sostanze chimiche tossiche che possono accumularsi nella sostanza della frutta trattata chimicamente.