Bancomat, ecco perché non devi usarlo più: “Fai attenzione!”

Il Bancomat ha aquisito nel corso del tempo sempre maggiore importanza e rilevanza sul territorio nazionale, ed oggi risulta associato sia ad un’azione comune (ossia il prelievo di contanti) anche se rappresenta sopratutto il circuito di pagamento omonimo. Se un tempo veniva considerato come qualcosa di “alternativo” al contante, assieme ad altre forme di denaro elettronico ha finito per acquisire sempre più spazio e “preferenze” da parte dei vari esecutivi.

Il bancomat infatti ha avuto il vantaggio di essere stato uno dei primi strumenti/veicoli di pagamento elettronici nel nostro paese, anche se il futuro di questo strumento non sembra necessariamente roseo.

Bancomat, ecco perché non devi usarlo più: “Fai attenzione!”

Il contesto dei pagamenti elettronici infatti risulta essere in evoluzione e se dal punto di vista del circuito è probabile che continuerà ad essere supportato ed apprezzato, la funzionalità legata ai prelievi è destinata a cambiare prima di quanto non si possa pensare, anzi a ben vedere questa “mutazione” è già in atto. Sul territorio nazionale esistono sempre meno sportelli, sopratutto a causa dei costi: gran parte delle funzioni telematiche sono oramai state soppiantate dagli smartphone e quindi il prelievo risulta essere la “funzione principale” di questi dispositivi.

Stiamo assistendo tra l’altro anche alla diffusione delle banche che sono “nate” direttamente online e quindi per forza di cose, sono “costrette” a fare uso degli sportelli di altri istituti di credito. Qual è il rischio concreto? Principalmente sono due, ossia quello di avere a disposizione meno sportelli ATM sopratutto in futuro e quello legato alle commissioni, già conosciute al giorno d’oggi.

Queste si applicano quando viene ordinato un prelievo presso uno sportello che non fa parte del nostro sistema bancario, in sostanza è quello al quale lo stesso terminale fa riferimento quando “avvisa” di un sovraprezzo. Per rientrare nei costi la maggior parte delle banche sarà costretta a rivalutare proprio queste “tariffe” che attualmente sono fisse, ma che in futuro saranno probabilmente rese “flessibili”, comportando anche sensibili aumenti.

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