È proprio vero che il formaggio aumenta il colesterolo? : ecco la verità

Chi di noi non ha mai sentito dire oppure letto sui social “Il formaggio fa male”? Naturalmente ognuno la pensa a modo suo e tenta di argomentare la propria tesi al meglio. Molto spesso capita che i critici dei latticini supportino le loro decisioni prese in campo alimentare, arrivando anche a citando preconcetti infondati o vere e proprie fake news, per cercare di avvalorare le proprie tesi.

Intorno all’uso del formaggio, sono sorte molte dicerie, le quali hanno portato a false credenze e falsi miti, le quali vanno dal colesterolo alto, all’osteoporosi, dunque, hanno moltiplicato i dubbi sul reale valore nutritivo, quindi sulle reali proprietà e capacità appartenenti a questo prodotto, il quale è uno tra gli alimenti tradizionali più presenti sulle tavole degli italiani. Qual è la verità? Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.

Come la stragrande maggioranza degli alimenti di origine animale, anche la grande famiglia dei prodotti derivati dal latte è costituita dalla presenza di una “quota” di colesterolo, ma proprio come in tutte le famiglie, i vari prodotti non hanno tutti la stessa percentuale di colesterolo, perché non sono tutti uguali. Si va da un contenuto “minimo” come quello presente in derivati come lo yogurt (stiamo parlando di 5 mg o meno per 100 g), fino ad un contenuto “massimo”, che possiamo trovare per esempio nel burro (qui possiamo trovarne circa 200 mg).

Abbiamo anche delle vie intermedie, per esempio nel caso della ricotta o della mozzarella (fanno parte dei formaggi magri), in questo caso la concentrazione di colesterolo si aggira attorno ai 50 mg per 100 grammi di prodotto. Nonostante tutto ciò, per tutti gli amanti del formaggio, c’è una buona novella, ovvero che quando si parla di colesterolo non dev’essere messa in luce soltanto la quantità, ma anche la tipologia. A proposito di questo, oramai da molto tempo, i nutrizionisti distinguono due tipologie di colesterolo, ovvero LDL HDL. Con il primo intendiamo identificare il “colesterolo cattivo”, il quale è direttamente correlato al rischio cardiovascolare.

Il secondo invece è il cosiddetto “colesterolo buono”, ed ha il compito di favorire la sua riduzione. Numerose ricerche scientifiche condotte negli ultimi anni hanno concluso affermando che il consumo di formaggi non comporta di per sé un rischio, poiché non è responsabile dell’aumento del colesterolo LDL, mentre sembra favorire l’HDL. Dunque, queste ricerche confermano che i formaggi consumati nell’ambito di una dieta equilibrata contribuiscono a mantenerci in salute.