Grano in arrivo, ma avvelenato! “ Ecco la verità

Prima di tutto, è bene ricordare che frumento e grano sono esattamente la stessa cosa, anche se spesso si tende a pensare il contrario e che si tratti di due cereali diversi. Vediamo insieme alcune proprietà nutritive e benefiche di questo prodotto. Il frumento è noto all’uomo fin dalla preistoria e non solo per questo è sicuramente il cereale più conosciuto e più coltivato in tutto il mondo. Un’altra sua grande caratteristica è la sua elevata adattabilità, la quale lo rende capace di crescere praticamente su un qualsiasi tipo di terreno e perfino in climi molto diversi; infatti, è noto il fatto che possiamo trovare coltivazioni di grano praticamente ovunque.

Inoltre, sappiamo che dal frumento si ricava la farina, che viene in seguito utilizzata per produrre diversi prodotti, come per esempio, pane, pasta e altri tipi di impasti alla base della nostra dieta mediterranea. Quali sono le proprietà benefiche del grano? Il frumento è dotato di ottime capacità benefiche, le quali intervengono nella digestione. In particolare, quello integrale, è ricco di fibra insolubile, la quale ha importanti funzioni probiotiche, cioè riesce a favorire la proliferazione dei batteri buoni all’interno dell’intestino.

la fibra, inoltre, una volta che viene assunta dal nostro organismo aiuta a regolarizzare il transito intestinale è dunque, può essere considerato un valido aiuto in caso di stitichezza cronica. Il grano ha importanti benefici per il cuore, scoperti grazie a diversi studi, i quali hanno associato il frequente consumo di cereali integrali alla riduzione del rischio di contrarre malattie cardiovascolari e patologie cardiache, come ictus e infarto. Il centro delle questioni italiane in questo periodo combacia perfettamente con l’argomento di quest’articolo, ovvero il grano. Il problema riguarda la presenza di una sostanza chiamata “glifosato”.

 Prima di andare sul punto della questione capiamo innanzitutto, cos’è il glifosato. Che cos’è ilglifosato? Più correttamente viene chiamato glifosate, oppure nella versione internazionale glyphosate. Quest’ultimo è un’ammina individuata una prima volta negli anni ’50 da un’azienda chimica e farmaceutica non italiana che in seguito venne sintetizzata nuovamente intorno agli anni 70, per puro caso da un colosso statunitense. Quali sono le quantità che determinano la capacità nociva del glifosato? Questa sostanza, purché possa avvelenare, deve essere bevuto da un soggetto a bicchierate intere.

Secondo diversi studi medici, una persona di 75 chili di peso ha circa il 50% di probabilità di riscontrare gravi problematiche o addirittura morire, se tracanna fra i 75 e i 375 grammi di ammina pura. Circa non troppo tempo fa l’Agenzia per la Ricerca sul Cancro, ovvero il braccio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, il quale si occupa preferibilmente dell’ambito oncologico, ha identificato il glifosato come un «probabile cancerogeno per l’uomo» e dunque, siccome rispecchia determinate caratteristiche, lo ha inserito nel gruppo 2A, che comprende ben 66 sostanze tra cui troviamo le carni rosse, il bitume, gli anabolizzanti ed ovviamente anche l’acrilamide.