La pasta è probabilmente l’alimento che condraddistingue maggiormente il nostro paese, non solo dal punto di vista strettamente culinario, ma anche nel più ampio senso culturale: la pasta è divenuto un simbolo italiano, una questione decisamente “seria”, vere caposaldo della dieta mediterranea.
Pasta per dimagrire, meglio la fresca o la secca? Ecco la risposta
Abbiamo la concezione antica e non sempre totalmente reale che gli alimenti freschi siano più genuini e più salutari rispetto alle controparti “industriali”: la pasta fresca è un alimento umido e prima della cottura ha un apporto calorico minore (350 kcal contro 270 kcal per 100 grammi) ma la situazione cambia radicalmente dopo la cottura, visto che l’acqua, che è importantissima che fa abbassare l’apporto calorico. A cottura ultimata quest’ultimof attore tende a bilanciarsi di nuovo e sostanzialmente non vi sono reali differenze tra pasta fresca e pasta secca.
Avventurarsi in un contesto così “affollato” come può essere questo alimento , che per la popolazione italiana è molto più di un cibo ma parte integrante della cultura, è difficile perchè rinunciare ad una particolare tipologia può essere più difficile del previsto.
Tuttavia è abbastanza facile valutare i pro e i contro di ogni tipologia di pasta, fresca o secca.
La differenza sostanziale sta, ovviamente, nell’apporto di acqua all’interno in quanto la pasta fresca e contiene una buona percentuale di acqua al suo interno mentre la variante secca è priva di acqua ed è stata fatta essiccare per permettere alla disidratazione.
A “crudo” la fresca apporta 270 chilocalorie ogni cento grammi circa, contro le 350 della secca, ma la situazione si “ribalta” durante la cottura in quanto il volume di quella secca aumenta parecchio diventa anche più “saziante”.
Se siamo di fronte a pasta all’uovo, l’apporto calorico può aumentare fino al 30 % rispetto a quella tradizionale.
Alla fine della fiera per apporto calorico la diffenza non sussiste o è molto risibile: conta parecchio il tipo di condimento.
