L’alloro è una delle spezie utilizzate per condire le carni maggiormente diffuse e conosciute al mondo, ma anche un elemento culturale vero e proprio. Molti hanno scoperto anche di recente le potenzialità di quesa pianta, ma secondo alcuni è tossico: qual è la verità?
La spezia conosciuta come alloro, nome comune di un diffuso arbusto noto come Laurus nobilis viene largamente impiegata fin dai tempi dei Greci e Romani, sia come alimento vero e proprio ma anche come rimedio officinale, in quanto è un importante digestivo ma anche in grado di mitigare i dolori dell’organismo di tipo nervoso, ed è altresì utile contro i dolori reumatici e di tipo muscolare.
Culturalmente l’alloro viene considerato da anni simbolo di purezza e sapienza, non a caso oggi come in passato una corona composta dalle foglie di questa pianta viene considerata simbolo di successo.
L’alloro fa male? Come scegliere quello giusto
Dal punto di vista calorico conferisce oltre 300 calorie per etto di prodotto, ma è un dato non considerabile come realistico, dato il potere aromatico e l’utilizzo tradizionale che si fa di questa spezia in particolare che è molto impiegata per insaporire le carni, in questo senso la spezia è praticamente nulla dal punto di vista calorico e nell’apporto di grassi.
Il nome alloro non è l’unico impiegato per definire le foglie di questa pianta che ancora oggi cresce spontaneamente in numerosi contesti del Mediterraneo, ma anche il nome lauro viene associato al vegetale, che però è anche il nome di un’altra specie, nota come lauroceraso (Prunus laurocerasus), che invece è tossica: quest’ultima se consumata provoca dolori e fastidi in relazione all’apparato digestivo, ma può anche sviluppare una reazione di bruciore.
E’ quindi importante riconoscere le foglie, che nel caso dell’alloro “buono” sono lucide sulla parte esterna e opache al di sotto, hanno una forma triangolare e non rotonda, mentre nel caso del lauro “nocivo” le foglie sono più spesse, arrotondate e maggiormente carnose.
